DOCUMENTI: BIORAFFINERIA DI LIVORNO: UN’ECO….BALLA??!!

BIORAFFINERIA DI LIVORNO: UN’ECO….BALLA??!! L’ENI, già Ente Nazionale di Idrocarburi, multinazionale italiana attiva nei settori del petrolio e dell’energia, già nota per sfruttare le risorse naturali in Africa e nel mar mediterraneo, ha annunciato un progetto volto ad installare un gassificatore all’interno della raffineria di Livorno. La mancanza di reale volontà dei governi e delle industrie, di una riconversione eco sostenibile delle proprie attività e la carente ricerca di fonti di energia alternative, è stata già causa di disastri ambientali come lo straripamento di fiumi e inondazioni che anche a Livorno hanno causato distruzione e morte. In questo contesto, a dir poco portatore di eventi catastrofici, si cala il progetto Eni del nuovo gassificatore nella città labronica; si tratta di un impianto che ha la funzione di scaldare a 1200 °C plastica non riciclabile (Plasmix) e rifiuti indifferenziati (CSS, le famose ecoballe), al fine di produrre BIO carburanti.
Sebbene il termine “bio” significhi vita, è legittimo dubitare della bontà del progetto. Infatti la torre gassificatrice immetterà infatti nell’aria qualcosa come 1,32 kg di CO2, ogni kg di rifiuto sottoposto al trattamento (150000 kg di CO2 ogni anno); non solo, Il prodotto che uscirà dal processo altro non sarà che benzina e metanolo, quindi combustibili destinati a generare ulteriore CO2, gas causa principale del surriscaldamento terrestre. Oltretutto l’impianto consumerà grandi quantità di acqua destinata al raffreddamento del processo che, giunta al termine della lavorazione, sarà carica di metalli pesanti. ENI garantisce che questi metalli saranno depurati ma al momento non si sa dove verrà versata l’acqua dopo la depurazione. Nutriamo inoltre dubbi sulle reali nozioni e sensibilità ambientali di Eni rispetto alla riconversione green; infatti Eni parla di “economia circolare, rigenerazione, nuova vita, input sostenibile, riciclo/riutilizzo”, pubblicizzando quindi una una reale cognizione di causa sugli eventi in corso ma in verità Eni si riveste con le parole d’ordine del momento, mentre i fatti parlano di politica industriale ancora vecchia e inquinante, tanto che l’AGI (Agenzia Giornalistica Italia controllata da ENI) riporta dati fuorvianti in merito allo scioglimento dei ghiacciai: lo scioglimento del ghiaccio marino antartico è favorito da altri fenomeni (e quindi non dall’innalzamento di temperatura da CO2), come il vento, oppure il buco nello strato di ozono o El Niño. Il ghiaccio marino (…) contribuisce al riscaldamento globale perché il ghiaccio marino riflette gran parte dell’energia del sole nello spazio. Il ghiaccio marino ha un enorme impatto sul clima. Come possono nella realtà, azzardare la programmazione di zero emissioni CO2 nel 2030 e al contempo sostenere che il ghiaccio marino è impattante sul clima? Altri punti preoccupanti del gassificatore riguardano la sua novità progettuale, primo al mondo nel suo genere, riferisce Eni, che quindi non dà nessuna garanzia sui dati sbandierati da Eni, mentre certo sarà il conseguente traffico di camion che trasporteranno i rifiuti in raffineria da Livorno, Pisa e Collesalvetti, con inevitabile generazione di altra CO2. Peraltro già abbiamo avuto esperienze in Toscana di gassificatori che da progetti innovativi si sono invece dimostrati bidoni, come il gassificatore di Testi, vicino Greve. Quello che realmente occorre è una radicale inversione delle strategie energetiche. Il sito ENI di Livorno ha, in questa fase storica, un unico compito: la bonifica dell’intera area. I costi relativi alla messa in sicurezza, a carico di ENI, non devono pertanto mascherare operazioni classificate come“bio” o “green”, che suonano cone una moneta falsa. Chi ha provocato, ai soli fini del profitto, inquinamento dell’aria, del suolo e dell’acqua, rendendo difficilmente respirabile l’aria in zone popolose come Stagno e i quartieri nord di Livorno deve farsi carico delle proprie responsabilità, con riconversione industriale dell’area che salvaguardi gli abitanti della zona e l’occupazione dei lavoratori, esattamente come necessario per l’Ilva di Taranto. Da anni come Cub siamo a fianco di cittadini, comitati e organizzazioni, anche con scioperi locali e nazionali, nelle mobilitazioni a difesa di salute e ambiente, come nella battaglia emblematica No TAV, nelle grandi mobilitazioni del Fridays for Future che hanno il merito di aver portato alla attenzione generale i temi ambientali o nelle battaglie dei comitati della piana Fiorentina, contro Inceneritore e aeroporto; lo saremo anche stavolta.

Ottobre 2019.
CUB TOSCANA, via di Scandicci 86 Firenze

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