Obbligo Capotreno sui treni viaggiatori: report incontro ANSFISA-Sindacati di Base del 14.09.22

Concluso l’incontro fra Sindacati di Base e ANSFISA, molti i temi dibattuti e poche le risposte risolutive dell’Agenzia. In attesa di fare un report completo su tutti gli argomenti trattati, ci concetriamo sulla questione del Regolamento Circolazione Ferroviaria e con esso dell’obbligo Capotreno sui treni viaggiatori.
L’ Agenzia ci ha comunicato che la questione verrà rimandata di almeno due anni. Ciò per questioni diciamo burocratiche derivanti dal fatto che l’Agenzia Europea (ERA) non è riuscita ad elaborare tutte le richieste di modifica giunte da agenzie nazionali, sindacati e associazioni e quindi, non potendo terminare nei tempi assegnati, non può cambiare le normative attuali. Quindi l’RCF 2012 attualmente in vigore in Italia (che contiene l’obbligo del Capotreno sui treni viaggiatori) rimane per ora valido. Se ne riparlerà alle prossime modifiche dei regolamentari europei (STI – Specifiche tecniche di Interoperabilità) previste nel 2024.

Cosa significa tutto questo? Significa che per ora ci sta salvando la lentezza burocratica dell’Agenzia Europea (ERA). Niente di più, purtroppo. La questione rimane aperta.

A beneficio di tutti vogliamo esplicitare questo processo, per far capire come funzionano questi aspetti che possono apparire complessi (e parzialmente lo sono) ma che tutti noi lavoratori dobbiamo imparare a conoscere, perchè il nostro lavoro dipende da essi.

Premessa: I regolamenti ferroviari nazionali (RCF per noi dal quale derivano i regolamenti di RFI e delle Imprese Ferroviarie), che già partivano dalle STI per una più libera elaborazione secondo l’esperienza nazionale, ora verranno superati per l’adozione delle sole STI (che emana l’ERA su mandato della Commissione Europea) come fase di omogeneizzazione europea in favore dell’uniformità del terreno normativo per la diffusione del business ferroviario. Come si comprende facilmente ogni specifica azione di restrizione nazionale viene rasa al suolo facendo prevalere il denominatore al ribasso. In soldoni interoperabilità equivale a deregolamentazione altrimenti arriva qualcuno che può dire che gli impediscono di fare libera impresa, poiché da altre parti non sono così esigenti come in quello Stato.

Più addentro poi nelle STI, come abbiamo più volte esplicitato, il criterio di base è: non si dice più alle aziende COME devono essere i processi per garantire la sicurezza ma si dice quali principi di sicurezza salvaguardare, trasferendo il come alla responsabilità organizzativa loro. Ecco il punto che ci frega! Per tornare al Capotreno, non si dirà più, come ora, che per garantire la sicurezza ci vuole il Capotreno su tutti i treni viaggiatori ma si dirà che le aziende devono garantire la sicurezza con uomini o strumenti. Se Trenitalia dimostra di poter garantire quegli standard senza il Capotreno ma con altri strumenti tecnologici/procedurali/etc nulla le vieterà di toglierlo. Detto in modo crudo. Se poi Trenitalia vorrà tenerlo per fare i biglietti o per qualsiasi motivo commerciale questo è un altro paio di maniche.

Per completezza di informazione: su questi regolamenti europei (STI) che piano piano andranno in vigore, l’ERA aveva mandato dalla Commissione di chiedere alle Imprese, Associazioni e Sindacati di partecipare al processo di modifica. Come Cub Trasporti abbiamo formalizzato sul portale della Commissione le proposte di modifica (ovviamente nel senso di garanzia per il lavoro e la sicurezza: tra cui personale del treno, porte, lateralizzazione, citofono e uomo morto).

Potete trovare su QUI la risposta di ERA alle proposte.
Per le associazioni d’Italia le proposte di modifica sono arrivate da Cub Trasporti, Ancora In Marcia, Orsa Ferrovie.

Cub Trasporti 15.09.22

 

 

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