Isidoro Azzario, sulla terra e sulla luna. Storia del Capostazione rosso che fondò il Partito Comunista d’Italia e che il fascismo rinchiuse in manicomio.

MASSIMO LUNARDELLI           ALESSANDRO PELLEGATTA
ISIDORO AZZARIO sulla terra e sulla luna. Storia del Capostazione rosso che fondò il Partito Comunista d’Italia e che il fascismo rinchiuse in manicomio
373 pagine, 14 euro  ISBN 978-88-31960-12-0
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Isidoro Azzario (Pinerolo, 1884 – Luino, 1959) ha vissuto molte vite. Ferroviere fino al grado di capostazione, è stato dirigente dello SFI, il potente sindacato di categoria; ha contribuito a fondare il Partito Comunista d’Italia nel gennaio del ’21, è stato eletto nel suo comitato centrale nel ’22, nello stesso anno ha fatto parte della delegazione italiana che partecipa a Mosca al IV congresso dell’Internazionale comunista. È stato inoltre consigliere comunale a Cuneo, membro di spicco della locale Camera del Lavoro, redattore di giornali militanti tra i quali «il Sindacato Rosso». Schedato dalle prefetture come “elemento estremamente pericoloso”, è “oratore formidabile, freddo, preciso, impeccabile” secondo la definizione di Gramsci. Poi, nel 1927, la missione in Sud America per conto dell’Internazionale Sindacale Rossa.
Lo arrestano il 21 giugno a Calì in Colombia in condizioni pietose. Estradato in Italia, i suoi stessi compagni che lo incontrano nel carcere di Regina Coeli in attesa del processo intentato dal Tribunale speciale contro il gruppo dirigente del PCdI, stentano a riconoscerlo.
Bollato dalle perizie psichiatriche come “individuo affetto da paranoia espansiva e delirio cronico progressivo”, inizia il suo calvario nei manicomi del regno. E dopo i manicomi, il confino a Ponza e alle Tremiti. Anni in cui elabora complesse teorie astronomiche, scrive di Bimanità e Trimanità, si dichiara figlio illegittimo di Nietzsche.
Questo libro, frutto di una meticolosa ricerca in diversi archivi, racconta per la prima volta tutta la sua storia.  

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