I ferrovieri CUB sostengono la lotta dei lavoratori del trasporto aereo e chiedono l’immediata archiviazione delle denunce penali inflitte agli attivisti del sindacalismo di base.

Come Ferrovieri e attivisti del sindacalismo di base e lavoratori del settore trasporti sosteniamo la lotta dei lavoratori del trasporto aereo, che anche il 15 luglio hanno dato vita a un grande sciopero nazionale, per la dignità del proprio lavoro e del proprio futuro, contro sfruttamento del costo del lavoro, e speculazioni, e per pretendere il rinnovo contrattuale di un CCNL scaduto da sei anni, una situazione indegna per un paese che si ritiene civile. Una lotta particolarmente significativa, nel comparto aereo, che per primo è stato colpito dalla mannaia delle privatizzazioni e poi da svendite in sequenza, sempre sulla testa dei lavoratori. Un comparto massacrato, prima degli altri, dal cancro del subappalto e delle scatole cinesi di false cooperative e da truffatori nazionali e internazionali. È il settore che ha visto vari Governi di questo paese buttare criminosamente nel cesso una delle più importanti compagnie di bandiera del mondo, Alitalia, e parallelamente i lavoratori combattere coraggiosamente, spesso da soli, contro questo scempio bipartisan. Non è un caso che proprio a ridosso dello sciopero, alcuni attivisti sindacali di base, del comparto aereo, sono stati raggiunti da denunce penali, semplicemente per aver partecipato a manifestazioni in difesa dei propri diritti, in particolare protestando contro la vergognosa operazione ITA, voluta dal Governo Draghi; scesi in piazza per difendere il proprio posto di lavoro e rifiutare la violenza del licenziamento e della cassa integrazione, che la implosione di Alitalia in Ita, ha generato. Peraltro il Governo Meloni, che fonda il suo consenso polito in una falsa pax sociale costruita con gli spauracchi; con un esperto di street food, di grandi opere inutili e di respingimenti di poveri cristi nelle acque del Mediterraneo, che nulla sa del mondo dei trasporti e delle dinamiche del lavoro, prestato indegnamente al ruolo di ministro dei trasporti, tenta oggi di soffocare sul nascere ogni sussulto di dissenso, semplicemente perché non è in grado di gestirli e di affrontarli. In questo clima, multe e minacce diventano un mezzo subdolo e vigliacco per fermare chi protesta e “rischia” di mettere in crisi il realismo del re. Il sostegno ai lavoratori colpiti si tradurrà in mobilitazione, finché le denunce non saranno ritirate e archiviate! Non è casuale che in modo simultaneo, mentre il ministro minacciava nuove precettazioni, il presidente dell’ Enac si lanciava in un attacco liberticida contro il diritto di sciopero, seguito a stretto giro dal Codacons nel condannare l’ interruzione di servizio pubblico dove in realtà di pubblico non c’è più nulla, dopo decenni di privatizzazione. Un attacco concentrico funzionale a una tutela rovesciata dei servizi, schiacciando le aspettative di chi lavora per renderli possibili; così si tutela la massa in quanto salvadanaio del sistema ma al contempo si censura la massa se portatrice di interessi sociali non allineati e non sottomessi. Non è altrettanto casuale che solo poche ore prima il ministro precettava e tagliava a metà lo sciopero dei ferrovieri, in una deriva populista che pare peggiorare con la calura estiva; un taglio che non ha impedito la grande adesione dei ferrovieri allo sciopero. Tutto ciò senza alcuna reazione indignata della cosiddetta opposizione di centro-sinistra, che ancora una volta svela il proprio ruolo di alfieri del sistema.
La lotta dei lavoratori dei trasporti va avanti per un modello lavorativo e sociale rispettoso della dignità e della professionalità di lavoratrici e lavoratori. Non saranno le multe, non saranno le sanzioni e le minacce a piegarci; anzi se le istituzioni intendono rompere la corda delicata che ancora ci tiene legati al rispetto delle norme e delle regole sancite a limitazione del diritto di sciopero, ci costringeranno a mobilitazioni ancora più dure e determinate.
I ferrovieri CUB

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