SICUREZZA: DOCUMENTO CUB TRASPORTI SU INCIDENTE DI INVERIGO
Incidente ferroviario di Inverigo. Siamo solo noi. Saranno le indagini a far luce sulle cause tecniche che hanno causato l’incidente ferroviario di Inverigo avvenuto lo scorso 28 marzo 2019. Intanto la macchina del fango e delle falsità è già in moto con i media che fanno rimbalzare continuamente le solite ipotesi dell’errore umano, come se questa semplicistica spiegazione servisse a ridare al tutto una apparente normalità. Si parla già di un probabile superamento di un segnale a via impedita o di un guasto agli impianti di circolazione.
Ma è possibile che ogni qualvolta si verifichi un incidente, siamo solo noi i veri responsabili? E inoltre qualcuno spieghi come sia possibile affidare la sicurezza di milioni di viaggiatori al caso e alla buona fortuna di chi opera quotidianamente per la circolazione dei treni con turni sempre più pesanti. A noi, come a chiunque altro di buona ragione, queste superficiali e molto discutibili verità, non bastano. Niente si dice rispetto alla pessima condizione di sicurezza di quel tratto di linea, cosa tra l’altro comune alla gran parte delle linee non ancora coperte dai più progrediti sistemi di sicurezza: in Italia esistono ancora migliaia di passaggi a livello e i due terzi dei 16000 km della rete sono esercitati a binario unico, tanto per capirci.
Niente si dice sulle condizioni della società Trenord, azienda che da sette anni ha la piena operatività per il trasporto ferroviario in Lombardia, già da tempo sotto accusa per evidenti e non risolti problemi di natura organizzativa, di sicurezza e di qualità del servizio offerto. Niente si dice delle precarie condizioni in cui sono costretti ad operare i lavoratori del settore dei trasporti, che in questi ultimi anni hanno subito tagli consistenti in termini di organici e di formazione, elevando a livelli insostenibili i carichi di lavoro attraverso
cumulo di mansioni e ritmi di lavoro ormai a limiti molto vicini alla rottura. Niente si dice sul fatto che da anni il personale, specie quello dell’esercizio è notevolmente sotto organico, condizione che genera il ricorso massiccio al lavoro straordinario e alla compressione dei tempi di riposo. Nel tempo inoltre sono intervenute modifiche agli impianti di sicurezza e alle reti, che se in opera avrebbero consentito di ridurre al minimo i casi di involontario superamento di un segnale a via impedita, come sicuramente lo sono i tronchini di salvamento, che molto frettolosamente sono stati eliminati in quasi tutti gli impianti atti a incroci nella rete nazionale. Gli incidenti non sono fenomeni oscuri e dalla matrice esoterica, sono eventi le cui cause
molte volte risalgono alla non corretta realizzazioni di impianti e procedure di sicurezza. Ma si sa, il vero dibattito è ora sulle grandi opere, che sicuramente ad oggi hanno risucchiato centinaia di miliardi, con discutibilissimi vantaggi per la stragrande maggioranza dei viaggiatori, col risultato che in nome di una velocizzazione su poche direttrici, si sono drenate risorse vitali per l’ammodernamento e la sicurezza di linee cheservono milioni di viaggiatori. Il vero dibattito deve tornare a far luce sulle vere cause dell’impoverimento collettivo, generato da una visione del mondo e dei rapporti di forza che ha davvero poco a che fare con il benessere, la salute, la sicurezza ed il progresso civile della società.
Milano, 31/03/19 CUB Trasporti – Confederazione Unitaria di Base
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