REPRESSIONE DISCIPLINARE: Colpirne cinque per educarne cinquanta

LEGGI IL VOLANTINO. Il celebre slogan di Mao Tze Tung “colpirne uno per educarne cento”, che il grande Timoniere riprese dall’antica tradizione cinese, ha trovato pratica applicazione nei decenni scorsi in numerosissimi casi, non sempre pacifici, di varia natura e colore. Tra gli esempi più recenti svetta su tutti quello del Servizio Universale di Milano, dove hanno pensato bene di crearne una versione originalissima all’ennesima potenza: aumentando il numeratore, diminuendo il denominatore e, come se non bastasse, andandoci pesante con le sanzioni. Risultato: in uno spazio temporale ridotto ci sono piombati addosso oltre venti giorni di sospensione, una serie di multe e un macchinista messo a terra. E sappiamo che non è finita, altre sanzioni sono in arrivo. Ciò che accomuna i lavoratori macchinisti colpiti è l’appartenenza: tutti attivisti e iscritti Cub, più uno “contiguo”. Pretendere norme chiare e rispettose delle leggi e di quanto emanato dall’Agenzia Nazionale per la Sicurezza Ferroviaria, con tutta evidenza rappresenta per certi dirigenti una colpa grave; oltretutto in un contesto di caos regolamentare, sovrapposizione di DEIF col conseguente disorientamento, estrema difficoltà di prendere atto delle infinite modifiche. In qualche caso sono addirittura giunti a sanzionare pesantemente per un mancato aggiornamento di un Fascicolo Linea mai arrivato, e di cui dunque era impossibile, anche volendo, prendere atto. Per non parlare della multa nella misura massima a chi ha semplicemente applicato i tempi normativi previsti per i treni in partenza. L’ossessione di punire! Ma i puniti hanno, sì, un’imperdonabile colpa. Quella di lottare contro il famigerato Agente Solo (AS): colpa imperdonabile, che spinge noi Cub nel padiglione degli irriducibili che, a distanza di sette anni dal famigerato e vergognoso accordo sull’AS, sono ancora lì a marciare controcorrente, ed antepongono le ragioni della sicurezza a quelle della monetizzazione dei posti di lavoro. Ridurre i problemi legati alla circolazione, al mancato aggiornamento, al caos regolamentare ad una mera questione disciplinare, tentando di ridurre al silenzio e all’impotenza chi ancora lotta per una Ferrovia dove le regole siano tali, può avere un solo scopo: colpirne (5) per educarne (50), al fine di mettere all’angolo chi resiste e creare le premesse per l’imminente prossima invasione senza problemi dei carri armati E401, frutto dell’ennesimo costosissimo progetto assurdo: il taglio di una cabina di una delle più belle locomotive per ottenere l’intercomunicante e dunque l’AS. Ci hanno colpiti, ma non ci piegheremo. Resisteremo. Impugneremo nelle sedi opportune le sanzioni, così come i nostri esposti contro l’AS (anche a Milano) sono arrivati alle Procure e le segnalazioni sul caos regolamentare sono arrivate agli Organi di Vigilanza. Così come non ci siamo arresi ed abbiamo scioperato unitariamente come sindacati di base inceppando il meccanismo dei sindacati concertativi sul contratto che “tanto è tutto pronto lo firmiamo sicuramente prima dell’estate”, ora le sanzioni non ci fermeranno. Nella nostra lotta contro l’AS e per la sicurezza proseguiamo più determinati di prima.

Milano, 05.11.2016

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