Incontro con la Commissione di Garanzia: rigettare la manovra antisciopero che si prepara!

Il giorno 12 settembre 2024 la Commissione di Garanzia sullo sciopero ha convocato le Organizzazioni Sindacali su propria proposta di modifica dell’Accordo di settore ferroviario che disciplina le modalità di sciopero. Il testo attuale del 23.11.1999 è quello che impone fra le altre cose le attuali franchigie di non sciopero sul calendario, le quote di servizi da garantire, il limite di 24 ore (e 8 per il primo), la distanza fra scioperi di almeno 10gg e (accordo 18.4.2001) le procedure di raffreddamento per avviare il percorso. Un testo che fondamentalmente già imbriglia la dichiarazione a vincoli di distanza per cui trovare uno spazio libero nel calendario è cosa ardua e spinge in avanti diradandole le date disponibili. Senza contare gli interventi del Ministero a precettare lo sciopero, l’attività della Commissione è prevalentemente volta a ridurre gli scioperi: secondo la via formalissima che rileva un errore di procedura o fornendo al Ministro relazioni che dipingono l’astensione dal lavoro come “di grave pericolo per i diritti sanciti della persona” – nel caso dei trasporti quello di mobilità ma, lentamente (lo si vede per la pressione in crescendo sul settore Cargo), anche delle merci. Meno si sciopera e più la Commissione sente di aver fatto un buon lavoro. Nel tempo la Commissione ha individuato Servizi Essenziali in ogni ambito tanto che non c’è settore merceologico che pare al riparo dai suoi tentacoli, neanche quello metalmeccanico. Chi beneficia di tutto questo? È lampante che le imprese incassano l’Accordo sottoscritto con un allungamento dei tempi per scioperare, una rarefazione di calendario fra un’iniziativa e l’altra di sciopero, lunghi periodi di divieto di sciopero, etc. La Commissione poi svolge un lavoro di parte anche nei procedimenti di infrazione/sanzione, che nel caso delle imprese sono irrisori per numero, anche a fronte delle molteplici e documentate denunce sindacali. Le proposte odierne della Commissione sono tutte ad aumentare le restrizioni, senza alcun riequilibrio delle precedenti storture: aumento delle franchigie (almeno anche luglio assieme ad agosto), aumento dei treni garantiti (fasce domenicali/festive per il trasporto regionale), estensione al trasporto merci dei servizi essenziali, ritorno alle definizioni di scioperi locali con impatto nazionale etc. Superfluo spiegare come dietro il “rendere più attuale” l’Accordo in relazione alle “mutate […] esigenze degli utenti” e le “modificazioni negli assetti organizzativi e di erogazione del servizio ferroviario” stia una manovra a tenaglia del padronato, nella forma di un intervento presunto terzo ma di fatto spudoratamente schierato con il mondo delle imprese. Fino ad ora, oltre i sindacati di base, anche le sigle firmatarie di contratto hanno respinto le pretese della Commissione, con marcato segno da parte di Orsa. Non è nemmeno escluso che la Commissione possa per una via più lunga operare queste modifiche d’iniziativa unilaterale. Tuttavia qualunque sigla si adoperasse per mettere alla fine la propria firma in calce a queste mostruosità ai danni chiarissimi dei lavoratori, anche “per evitare versioni peggiori”, sarebbe squalificata per l’inequivocabile appoggio reso al padronato. Il timore non è infondato, nonostante la palese enormità di quanto in gioco: l’anno che viene 2025 è un Anno Giubilare e nella stessa occasione nel 2015 le sigle firmatarie firmarono un Accordo Giubilare per l’aumento a gratis delle franchigie. Idem per Expo Ministro e Prefetto si sentivano legittimati a precettare senza remore. I lavoratori sorveglino perché non si consumino questi passaggi “normativi” che tolgono loro la possibilità di combattere per diritti, salario e ogni altra rivendicazione di condizione di lavoro come la sicurezza.

Cub Trasporti
Cobas
SGB

 

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