FS (In)Security: altra sforbiciata all’unità del Gruppo e dei lavoratori!

Dopo tanto vociferare è arrivata l’ennesima cessione di ramo d’azienda, ulteriore passo nel processo di privatizzazione delle Ferrovie dello Stato Italiane che da anni l’azienda insieme ai loro solidali sindacati porta avanti. Processo, a cui i sindacati si oppongono a parole ma che -nei fatti- avallano e approvano. In questo seguono un copione (ben rivendicato nel comunicato del 23 novembre scorso) che va dalla constatazione fatalistica che nulla si può fare per evitarlo (libertà di azione da parte delle aziende interessate anche nel caso in cui non si raggiunga un accordo) alla scelta di prenderne parte (abbiamo tuttavia deciso di essere protagonisti delle fasi di cambiamento e non spettatori). Il famoso governare i processi. Ma veniamo alla nuova società: in pratica la cessione di ramo d’azienda comporta il passaggio delle Divisioni Protezione Aziendale da Trenitalia ed RFI alla nascente FS Security con il complesso dei beni organizzati, più semplicemente mezzi e uomini. Sono circa 700 i colleghi (oggi inquadrati con varie figure professionali) coinvolti in questo passaggio, rimanendo tutti sotto il CCNL AF. E domani? Quale sarà il CCNL di riferimento? Quali mansioni andranno a svolgere? Dove sarà il loro luogo di lavoro? Certo adesso azienda e firmatari cercano di tranquillizzare, dicendo che sarà rispettato il CCNL, che nessuno verrà spostato ect. Anzi, come sempre lo specchietto per le allodole saranno avanzamenti professionali, trasferimenti e la continuità dei contratti di somministrazione. C’è tutto l’armamentario del sindacalismo non conflittuale in quest’ultimo processo di smembramento aziendale e non poteva mancare il rilancio (frotte di assunzioni nel prossimo futuro) e la solita ammissione non intenzionale (Il verbale di accordo a margine è solo un primo passo verso l’avvio di corrette relazioni industriali anche con la nuova società) di un nuovo tavolo al quale sedersi. In questo scenario così lineare si ritiene però utile mettere un pò le mani avanti già dai primi comunicati dei sindacati: viene detto che chi ha fatto richiesta di andarsene o partecipato ad interpellanze verrà preso in considerazione. Sembra un pò il classico si salvi chi può, addirittura una volta passati nella nuova società si potrà comunque continuare a partecipare alle interpellanze per la mobilità intersocietaria..addirittura! Ricordiamo ai lavoratori che essendo in un’altra società, il passaggio intersocietario è più complicato. Le parole sono una cosa i fatti un’altra, come spesso gli stessi dirigenti ci ricordano. D’altronde tutte queste rassicurazioni un movente concreto lo hanno e si ritrova nella classica premessa in caso di ristrutturazione industriali o riconfigurazione degli assetti societari, insomma come in tutte le cessioni di rami d’azienda di certezze ce ne sono poche per il semplice motivo che si fanno se si vuol cambiare lo stato delle cose, non certo per passare il tempo. Ed infatti, spulciando fra comunicati ed informative troviamo molti aspetti particolarmente inquietanti: dalla creazione di istituti di vigilanza specializzati per il sistema ferroviario alla “Security Academy” che svolgerà attività formativa e informativa, convenzionata con università ed enti di formazione per lo sviluppo di attività e professionalità legate alla sicurezza fino alla descrizione della missione della società, dove si dice erogare servizi tramite specifici contratti di service. Che vuol dire? Capiamo che comunque ci deve essere un contratto, non come ora che i lavoratori vanno a svolgere un servizio, e se domani il contratto finisce e non viene rinnovato? Purtroppo questa vicenda ci ricorda molto la questione Mercitalia Rail. Ecco, basta vedere quello che è successo li e ripercorrerne il percorso. Nulla ci fa presagire niente di diverso e –quindi- di buono. Come Cub Trasporti ci opponiamo a qualsiasi sistema di privatizzazione delle Ferrovie dello Stato, sia direttamente che tramite queste continue cessioni di rami d’azienda che, è evidente, sono un sistema sudbolo per giungere in progressione allo stesso risultato. Continueremo a batterci per un trasporto pubblico accessibile a tutti. Invitiamo i lavoratori ad opporsi a questa cessione di ramo d’azienda, sapendo che troveranno in questo sindacato tutto il sostegno possibile. Uniti si vince, disuniti si fanno cessioni…

Cub Trasporti
Dicembre 2022

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