Contro ogni forma di guerra, contro ogni forma di violenza

Come Organizzazione Sindacale Cub Trasporti, in data 18 marzo, abbiamo inviato al Governo Italiano e alle Imprese Ferroviarie -che operano sull’infrastruttura italiana- una lettera di diffida dal “comandare prestazioni lavorative connesse col trasporto di armi e milizie, rimanendo i lavoratori dell’esercizio ferroviario a disposizione per ogni altro impiego civile.” La nostra posizione, come Sindacato e come ferrovieri della redazione Cub Rail, è contro ogni forma di guerra e contro ogni forma di violenze generate e perpetrate dalle politiche imperialiste contrapposte, attualmente in essere.
Come ferrovieri consideriamo gli schieramenti di parte del conflitto in corso in Ucraina, meri scontri di potere e di interesse economico fra potenze borghesi, che schiacciano la libertà dei popoli e stroncano la vita migliaia di esseri umani, costringendoli a sofferenze, miserie e stenti. Invochiamo pertanto la fine di ogni aggressione militare contro popolazioni inermi con riferimento al nuovo drammatico conflitto tra Russia e Ucraina/Nato/Europa.
Riteniamo, per questo, che nessun traffico di armi debba essere praticato dai governi di ogni singolo Stato mondiale. Come lavoratori del comparto ferroviario, un settore altamente strategico per gli spostamenti di armi e milizie, condanniamo la decisione del Governo Draghi di inviare soldati e strumenti di morte in Ucraina. Decisione, questa, che non solo pone le basi per un prolungamento della guerra in corso, ma che alimenta tensioni tali da poter scatenare un nuovo conflitto mondiale. Scelte quindi irresponsabili ed unilaterali di cui non possiamo e non vogliamo essere complici, considerato che causeranno la morte di persone innocenti e di lavoratrici e lavoratori.
Svilupperemo e sosterremo assemblee/discussioni nei luoghi di lavoro, per organizzare ogni possibile decisione che avversi il proseguimento della guerra, ed in particolare contrasteremo i possibili trasporti militari e l’invio di strumenti di morte negli scenari di guerra. Sosterremo le azioni similari già in corso in altri settori dei trasporti, come già avvenuto nel Porto di Genova e all’aeroporto civile Galileo Galilei di Pisa, dove invece di caricare (come era previsto) aiuti umanitari quali vettovaglie, viveri, medicinali, i lavoratori si sono trovati di fronte a casse piene di armi di vario tipo, munizioni, esplosivi.
Di seguito i contatti utili per eventuali necessità:
[email protected] [email protected]
NON CON GLI IMPERIALISMI E I NAZIONALISMI
MA CON I LAVORATORI DI OGNI PAESE

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