COMMENTI: SOSTENIAMO I NOSTRI FRATELLI FERROVIERI MALIANI IN LOTTA PER LA SOPRAVVIVENZA

Nella Stazione di Bamako stuoie e zanzariere hanno preso il posto delle locomotive e dei treni. Il governo del Mali ha sospeso la concessione ed il traffico è interrotto dal 2017 in quanto non redditizio, i ferrovieri sono senza stipendio da un anno. Il 18 dicembre hanno iniziato uno sciopero della fame sostenuti dal sindacato SYTRAIL. I 1287 km della ferrovia Bamako-Dakar erano stati privatizzati e ceduti in gestione al consorzio franco-canadese Transrail. Le stazioni, che erano piene di vita e punti di riferimento per i commerci (la valuta che circola è il famoso FCA, il Franco coloniale), ora sono abbandonate. La sospensione del traffico ha gettato moltissime famiglie nella peggiore miseria. In tanti partono, ed è storia del Canale di Sicilia, di respingimenti, di “migranti economici” che conosciamo. NEL FRATTEMPO QUATTRO FERROVIERI SONO MORTI PER L’INDIGENZA. I ferrovieri non cedono. “Continuiamo lo sciopero della fame. Non abbiamo nulla da perdere”. In quattro sono già stati ospedalizzati perché in gravi condizioni. I ferrovieri maliani hanno ricevuto l’appoggio di quelli del Senegal, che hanno scioperato sette giorni, con i dipendenti del suburbano di Dakar che hanno bloccato chiusi i numerosi PL gettando la città nel caos. La situazione del Mali è drammatica. Uno sciopero generale è stato indetto dalla federazione UNTM e ha paralizzato la capitale Bamako. Verdure, pollo, latte, medicinali, cemento, ferro, legno sono inaccessibili al 90% della popolazione; il prezzo del riso è aumentato del 67% e quello del miglio del 76%.

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