Dopo il “referendum”: avanti con la mobilitazione per ridare dignità alla categoria dei ferrovieri!

72% di SI al referendum sul rinnovo contrattuale. Un numero che, per la natura stessa della consultazione home made e la sua gestione, può dire tutto e nulla. Un dato poco aleatorio riguarda il calo sostanziale dei consensi che fa il paio con la consultazione on line organizzata per tutto il Personale Mobile dal Comitato Macchinisti Cargo. I risultati davano una bocciatura pressoché unanime del rinnovo contrattuale figlia della clamorosa omissione nel non affrontare minimamente le enormi problematiche dell’esercizio (e non solo), dalla riduzione dell’orario di lavoro alla riduzione dei carichi, a conferma del percorso autoreferenziale dei firmatari, appiattito sulle necessità aziendali e dove i lavoratori compaiono solo a cose fatte per semplice ratifica. Altrettanto significativi i risultati poco lusinghieri, se non contrari, ottenuti dai sostenitori del SI in alcune regioni. Il punto che ci preme sottolineare è che il post referendum, tanto più se affluenza e i SI sono calati, riafferma ancora una volta l’esigenza di una presa di coscienza collettiva dei lavoratori del fatto che le omissioni dei firmatari sono il frutto della loro più che ventennale politica consociativa e, soprattutto, che continuare ad alimentarla con l’indifferenza o la delega in bianco non farà altro che peggiorare la nostra condizione. Ci vuole invece una vera democrazia sindacale che cambi completamente l’ordine delle cose. Lo strumento più temuto dal sistema concertativo sono le assemblee autoconvocate e le vertenze, su questo dobbiamo puntare. Il NO più importante non è un tratto di penna ma la costruzione dal basso delle mobilitazioni, sfuggendo all’idea misera che non ci sono alternative al pacchetto preconfezionato che ci propinano “prendere o lasciare” con la solita leva economica con la quale puntano a comprare i lavoratori. Le alternative vanno costruite e praticate.

6 maggio 2022
Ferrovieri Cub Trasporti





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